Giovanni Berra

Viaggiatore curioso, ricercatore del mondo interiore ma con i piedi a contatto con la terra, amo dare un’occhiata alle pieghe della vita senza cercare risposte a tutti i costi ma custodendo il senso del mistero come qualcosa di prezioso e indispensabile per camminare sul sentiero dell’esistenza.

La morte, specchio della vita, raccoglie tutto ciò e forse proprio per questo motivo ho sempre desiderato conoscerla un po’ più da vicino facendo quattro passi con lei.

 

Non a caso ho scelto di fare l’infermiere trovandomi ad accompagnare infinite persone nel processo della malattia che a volte portava a varcare la soglia, da qua a là.

Grato per ognuna di queste esperienze…ogni volto, ogni sguardo che ho incontrato sono stati così preziosi per il mio cammino, ogni emozione e ogni parola che ho ascoltato sono tesori che custodisco dentro la mia Anima.

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Sono infine grato a me stesso, alla mia sensibilità e alla naturale empatia che provo per l’essere umano nelle sue mille sfaccettature e nei suoi infiniti colori.

Portare la morte in ogni aspetto della mia vita mi ha permesso di avere sempre uno sguardo oltre, percependone i limiti ma allo stesso tempo le infinite opportunità, la perfezione nell’impermanenza, la risposta nel mistero.

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Nota…

 

...tappe fondamentali e di grande supporto nel mio cammino, oltre all’insostituibile esperienza sul campo come infermiere, sono state la formazione “Intimità con il processo del morire” a Pomaia (PI) presso il centro buddista “Lama Tzong Khapa”, il master “Accompagnamento spirituale nella malattia e nel morire” a Prato presso l’associazione “Tutto è Vita”, la scuola di Ayurveda a Firenze ”Ayurvedic International Academy” e i periodi trascorsi in India dove la vita e la morte si alternano continuamente in un’unica grande danza.